Argil ed il maestro camminatore

Omaggio ad Italo Bidittu ed alla scoperta dell'uomo di Ceprano

Tratto da "Storie di Pietra ed acqua", di Marco Mastroleo

Immagine tratta da https://comune.pofi.fr.it/per-i-visitatori/personaggi-illustri/italo-biddittu/

In Storie di Pietra ed acqua, la storia dell'evoluzione umana è raccontata "dal buio" (in corsivo) 

...Una vera conquista, così la definireste: quella combinazione di statura eretta, mano abile e cervello vi ha permesso di conquistare il mondo. L’Africa ormai vi stava stretta. 

E così avete conquistato l’Asia e l’Europa, evolvendovi ed evolvendovi ancora, in cerca della combinazione vincente. Prima con Homo ergaster e poi, con grande successo, con Homo heidelbergensis, il primo ad arrivare anche in Italia, anche nel Lazio Meridionale.

È da lui che parte la vostra storia in queste terre.

È buffo, se ci penso bene: la prima specie camminatrice, la specie che per prima è arrivata in Italia e in Europa, è emersa dall’oblìo grazie alle lunghe camminate di un italiano che ha l’Italia anche nel nome: Italo Biddittu. Un maestro elementare appassionato di Preistoria che spendeva intere giornate a passeggiare e cercare.

Lui si è proprio impegnato a fare luce nella notte... come potevo oppormi, io? 

Fu così che il maestro camminatore scoprì i resti di un altro camminatore: Argil...

- Mi piace camminare, se ho uno scopo. E, non posso negarlo, lo scopo più grande che ho sempre avuto, nelle mie lunghe passeggiate, era quello di trovare tracce. Sono un cacciatore: un cacciatore di tracce! Ma quelle che cerco appartengono a personaggi che è difficile scovare. Per un semplice motivo: hanno vissuto migliaia di anni fa!

E certo che non è facile! Bisogna sapere dove guardare, e farlo con metodo. Se poi le circostanze sono favorevoli, meglio ancora! Ad esempio, quando c’è una pala meccanica in movimento, ci si può giurare, qualcosa viene sempre fuori. Tanto più se metti insieme due elementi in particolare: pale meccaniche e valli fluviali. Sì, perché i nostri antenati camminavano proprio lì, lungo i fiumi, per via dell’acqua, degli animali ecc. e, poi, se un corpo cade in acqua è più probabile che si fossilizzi.

Quel giorno, il 13 Marzo 1994, le premesse per una grande scoperta c’erano tutte.
Stavano scavando per la realizzazione di una strada a Campogrande, vicino Ceprano, nella valle del Sacco. Bisognava solo aguzzare gli occhi e sapere cosa cercare. E a questo ho pensato io!
Per la scoperta di Argil, così battezzai il cranio che venne fuori dalle argille della valle, mi diedero una Laurea ad honorem. Una scoperta sensazionale, non c’è che dire. Ma io, ancora oggi, mi ritengo molto più un cacciatore di tracce che un professore.

...La storia di Argil è una storia di piedi e di cammino, di passi su passi, alla ricerca delle tracce del nostro passato. 

Ma per far luce nelle tenebre servono anche quei ricercatori che, giorno dopo giorno, passeggiano tra le date e danno a queste un senso. Che trascorrono giornate a cercare di capire “quando” e “perché”. Come Giorgio Manzi...

- La storia di Argil, senza dubbio, diede una svolta notevole al profilo della Paleontologia umana in Italia. Lo studio del cranio dell’uomo di Ceprano ci ha permesso di capire molto meglio cosa accadde nel Mediterraneo quando questi nostri antenati arrivarono dall’Africa, aprendo così nuove prospettive per la ricostruzione della storia dell’uomo. Prima di Ceprano, l’antenato comune a noi e a Neanderthal era ritenuto essere l’Homo erectus. Anche grazie a questo cranio, alla nuova datazione (400.000 anni) e allo studio delle sue fattezze, oggi possiamo affermare che il nostro antenato fu Homo heidelbergensis e che Homo erectus si diffuse per lo più in Asia, tra Cina e Giava. Heidelbergensis, oggi, appare essere davvero il nostro “nonno fossile”, una specie ampiamente distribuita, destinata a rappresentare l’ultimo antenato comune prima della comparsa - per “speciazioni allopatriche” (cioè differenziazione di nuove specie conseguente alla separazione geografica delle popolazioni) - di Homo sapiens, Neanderthal e di uomini ancora senza un nome preciso, rappresentati dalla falange di Denisova: questa nuova specie di ominidi fu scoperta solo grazie al sequenziamento del DNA dei resti rinvenuti in una grotta siberiana, a Denisova appunto.

...Dopo di lui, dopo Heidelbergensis, la storia umana cominciò davvero a farsi avvincente. Di specie “moderne” cominciarono a “spuntarne” in quantità. La più antica fra queste fu quella dell’uomo di Neanderthal.

Di cui però, racconteremo in un'altra puntata!



IMG 20190219 135029 572

STORIE DI PIETRA ED ACQUA,LA PREISTORIA NELL'AGRO PONTINO

(di Marco Mastroleo. Atlantide Editore, 2019) è acquistabile nelle principali librerie di Latina e Provincia o direttamente dal sito dell'Editore, spedizione gratuita con Corriere, consegna in 3-4 giorni lavorativi.

https://www.atlantideditore.it/prodotto/storie-di-pietra-ed-acqua/

Grazie a Dario Petti e ad Atlantide Editore per la disponibilità nella realizzazione di questi articoli


da un'idea di Marco Mastroleo

per maggiori informazioni, contattaci su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Questo sito utilizza cookies di raccolta dati, utilizzando i servizi si acconsente all'utilizzo delle tecnologie descritte nella Politica sui cookie per la raccolta di Dati personali e Dati non personali e la memorizzazione di informazioni sul vostro dispositivo o browser Web secondo le modalità descritte nella pagina dedicata.